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Anything that is worth teaching can

be presented in many different ways

Educare

Heading grande

Educare deriva dal latino “educere” e significa letteralmente 

“trar fuori”, si riferisce dunque a un percorso di emersione delle capacità dell’alunno che vengono aiutate in questa risalita dall’operato dell’educatore che è colui che alimentando il gusto della scoperta crea, le condizioni della conoscenza sia del mondo esterno sia di quello interno. Il risalire al significato etimologico fa capire quanto questo concetto sia alla base della nostra cultura. Nella realtà moderna dell’educazione, questo significato puro e incontrovertibile, viene interpretato in modi diversi a volte totalmente opposti. 

 

Esistono due macro aree di interpretazione; le teorie legate 

all’approccio psicometrico che intendono l’educazione come laverifica dell’adesione dello studente a determinati “standard” educativi che vengono verificati attraverso dei test (es. QI test), i quali vanno a sondare fondamentalmente le capacità che il mondo del lavoro richiede, cercando di realizzare un livello medio accettabile di conoscenza, e coltivando 

prevalentemente le aree legate alla logica, e quelle legate alla linguistica. 

 

Altre teorie invece, di più recente formulazione, rovesciano completamente il discorso; e in aderenza completa al significato etimologico che si richiamava prima, cercano di partire dalle differenze individuali per creare dei percorsi che le valorizzino, attivando quindi una logica inclusiva che non spinge più verso la verifica dell’aderenza a uno standard, ma che contempli la possibilità di creare percorsi educativi alternativi e soprattutto aderenti alle propensioni del bimbo. In questa cornice si inserisce la Teoria delle Intelligenze Multiple, che ha permeato le fasi di crescita e sviluppo dell’intero progetto .

"I want my children to understand the world, but not just because the world is fascinating and the human mind is curious. I want them to understand it so that they will be positioned to make it a better place."
 

Howard Gardner, Intelligence Reframed, 1999

La Teoria delle Intelligenze Multiple

Questa teoria è stata presentata la prima volta alla comunità
scientifica da Howard Gardner nel 1983 nella pubblicazione “
Frames of Mind”. Gardner si distacca dalla visione che sostiene l’esistenza di un’unica intelligenza di tipo generale (g factor), e propone una visione delle capacità umane divise in domini, deducendo 8 tipi di abilità definite intelligenze che sono: Intelligenza Visiva-spaziale, Intelligenza musicale-ritmica, Intelligenza verbale-linguistica, Intelligenza logico-matematica, Intelligenza corporea-cinestetica, Intelligenza intrapersonale (rivolta verso se stessi), Intelligenza interpersonale (rivolta verso gli altri), Intelligenza naturalistica.
Gardner fornisce anche dei criteri per la definizione di un intelligenza , che sono soggetti a una discussione accademica ancora in essere e soprattutto rischiano di essere troppo specialistici da poter essere compresi in poche righe ma ciò che può essere immediatamente intuito è l’enorme cambiamento che una riflessione del genere può scatenare nel sistema educativo.

 

La teoria delle Intelligenze Multiple introduce un nuovo approccio didattico che non mira al raggiungimento di un obiettivo standard uguale per tutti, bensì analizza le predisposizioni individuali e sviluppa strategie di “bridging”, capaci cioè di fare da “ponte” tra intelligenze diverse, “trasferendo” la facilità e il piacere riscontrato in alcune attività a tutte quelle meno “istintive” per il bambino.

L'intero progetto si basa sulla “teoria delle intelligenze multiple” di Howard Gardner, che dagli anni '90 propone un nuovo modello di educazione, partendo dalle capacità spontanee
del bambino per valorizzarle e creare dei ponti tra aree di intelligenza più o meno sviluppate.

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